GLI INFINITI MONDI DI GIORDANO BRUNO

Giordano Bruno è stato uno dei pensatori più controversi dell’età della Rinascita, non solo per le sue teorie astronomiche e filosofiche, ma anche per la sua opposizione alla tradizione religiosa cristiana dell’epoca. La sua morte per eresia ha reso immortali la ricerca costante della verità e la libertà di pensiero, anche quando essi sono lontani dalle norme accettate, eliminando i limiti dettati dai pregiudizi o i dogmi imposti come verità indiscutibili.
Bruno ha sviluppato nuove e radicali idee sulla natura dell’universo, sostenendo che tutto fosse interconnesso e che ogni particolare avesse una posizione privilegiata nell’intero sistema. Questo differiva dalle convinzioni dell’epoca, in cui l’universo era visto come una struttura dove la Terra (e, quindi, la Chiesa) fosse il centro, ed ha rappresentato un progresso significativo verso la moderna comprensione della natura del nostro universo.
Creare uno spettacolo teatrale incentrato su donne o uomini che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e nella coscienza dell’umanità, significa sentire la responsabilità di dover raccontare, in qualche modo, il concetto di immensità che li contraddistingue. La loro “extraterrestre” capacità di continuare a vivere anche dopo la morte, crea intorno ad essi un’aura di ammirazione, fascino e mistero che ci attrae e ci trascina ancora oggi nei loro pensieri, nelle loro anime.
Abbiamo la sensazione di contemplarle da lontano, come se fossero figure divine, esseri capaci di cambiare le sorti ed elevare menti e spiriti di altre donne e altri uomini. Come se un sasso, lasciato cadere in una pozza d’acqua, creasse una serie illimitata di cerchi concentrici.

Giordano Bruno rappresenta l’essenza di tutto questo. Una mente eccelsa che impiega la sua vita per compiere la rivoluzione dello spirito e della coscienza dell’uomo, che punta all’arricchimento di ogni persona, senza differenza di alcun genere. “Gli infiniti mondi di Giordano Bruno” cerca di restituire al pubblico l’immensità di quest’uomo: gli infiniti cerchi concentrici che Bruno è stato in grado di creare nel corso della sua incredibile esistenza, lottando per affermare la libertà di pensiero, punto di partenza essenziale per elevare la vita di ogni essere vivente dell’Universo. La messa in scena ci trascina nella mente del filosofo che rompe, fin da subito e senza indugi, la quarta parete restituendo, nella maniera più semplice ed efficace, punti cardini del suo pensiero. Il viaggio che compie Giordano viene impreziosito dalla presenza di donne e uomini a cui il nolano si rivolge a volte come un fratello protettivo, a volte come precursore di un’epoca da lui stesso annunciata, altre volte ancora con la forza e la sicurezza di poter lasciare il segno, anche in punto di morte, nella testa e nel cuore di potenti personalità come quella di papa Clemente VII.

Il linguaggio utilizzato è diretto e semplice, perfettamente in contrasto con quanto si possa credere e pensare rispetto alla complessità del pensiero bruniano, quasi sempre percepito come ostico da comprendere e metabolizzare.