IL RITRATTO DI DORIAN GRAY

“L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi, resistete e la vostra anima si ammalerà di desiderio per le cose che ha proibito a se stessa”.

Il ritratto è lo specchio dell’anima di Dorian Gray. Il protagonista scopre il suo vero sé osservando il dipinto che riflette la sua immagine divorata dalle conseguenze del suo agire nel tempo.

La bellezza e la giovinezza immutabili di Dorian nascondono una dannazione che logora dall’interno e si incancrenisce con la vanità che tormenta il protagonista nel corso dell’intera rappresentazione. Dorian appare sempre giovane e gentile ma il suo riflesso incorniciato ci mostra tutt’altro.

Nel corso del romanzo la vanità tormenta Dorian sembrando dannare le sue azioni prima ancora che vengano poste in atto.

Essere o apparire?
Esaltare l’immagine che si ha di sé o rispettare la propria anima?

Sono diversi gli interrogativi che Wilde pone all’interno di quest’opera e che la regia e il riadattamento curati da Lilith Petillo restituiscono in un’atmosfera inquietante ponendo l’accento sui volti, i particolari, le espressioni attraverso giochi di luce quasi cinematografici.

Lo spettacolo si presenta in versione itinerante ma con sedute che portano lo spettatore a stare al centro degli spazi utilizzati all’interno del sito scelto per la messa in scena e ad assistere a 360° a tutto ciò che accade intorno.